documenti

* APPELLO
dopo l'incontro di Roma del 6 e 7 marzo 2010


* Sintesi delle proposte emerse

Per problemi organizzativi Responsabilità Civile non sarà a Firenze a Terra Futura.
Presto il prossimo appuntamento.


venerdì 29 gennaio 2010

Crisi della politica. Che fare?

Certo questa domanda non è di facile soluzione e pochi oggi si prenderebbero l’impegno di dargli una risposta. Ma siamo talmente vicini all’oblio [se non ci siamo già dentro] che da qualcosa bisognerà pur ri-iniziare, almeno per preservare baluardi di resistenza nell’aspettare tempi migliori.

1.
E davanti ad una così dolorosa prospettiva, mi pare, che l’unica flebile e insicura speranza risieda nelle persone; nei tanti uomini e tante donne che nei modi più disparati e differenti agiscono nella collettività con l’aspirazione generale, ma vicinissima a noi, che si debba lavorare per un mondo diverso da questo.
Credo che siano rimaste solo le persone con le loro vite ad indicare una possibile via d’uscita a questa crisi.
Solo queste potrebbero essere in grado di ribaltare e incidere profondamente sul ruolo della politica e della rappresentanza politica cercando di dare esempi utili al cambiamento.

2.
Occorre ragionare sulla possibilità di partire dai territori, da tutti i territori, e provare a dare esempi di come si può ritornare a fare politica in modo nuovo, di come si può ricominciare a capire una società in continua evoluzione, di come si può fare cultura oltre l’egemonia televisiva, di come si può governare un territorio, di come ci si può organizzare, di quali battaglie ci si deve occupare, insomma cercare di reimpostare i valori e le identità di una buona politica coagulandoli con i bisogni e le sofferenze delle persone in carne e ossa.
Nei nostri paesi, nel nostro territorio, esistono tantissime esperienze, politiche, di associazione, di movimento, culturali, sociali, educative, che hanno alla radice della propria esistenza e del loro quotidiano lavoro la vicinanza ai valori principali e alle idealità migliori della buona politica.
Queste esperienze devono poter essere amplificate e fatte conoscere. Certo, è più facile dirlo che farlo, ma non credo che esistano molte altre alternative.
Un altra emergenza che abbiamo di fronte, è la sparizione di ogni militanza politica diffusa all’interno dei partiti tradizionali e di conseguenza la sparizione di quell’elemento importante che caratterizzava i partiti nel secolo scorso,cioè la capacità di far discutere e mobilitare le persone anche di un piccolo paese sulla politica e per la politica.
Se sparisce questa militanza chi organizzerà ad esempio assemblee sulla guerra, referendum per difendere il lavoro, momenti dove si discute dei beni pubblici e tutti quei momenti di discussione e confronto che servono a ricreare uno spazio culturale alla sinistra e che non si rinchiudono nei confini di un comune, una città o uno stato? Trovare forme organizzate diversificate che facciano coincidere le primarie esigenze che ogni territorio possiede con la volontà di ritornare a fare politica attiva di tante persone potrebbe essere una via d’uscita.

Di buona politica ne avvertiamo davvero il bisogno.

mercoledì 27 gennaio 2010

Crisi della politica: quali sono
le nostre responsabilità?

Cosa deve fare chi, tutti i giorni,
s’impegna a costruire un paese e un mondo migliore?

Incontriamoci e parliamone
il 6 e 7 marzo 2010 a Roma

La crisi della politica è molto grave. Possiamo continuare a sperare che siano altri a risolverla? Oppure c’è qualcosa di utile che –oggi- possiamo e dobbiamo fare anche noi, società civile responsabile?

Molte delle persone e dei problemi di cui ci occupiamo ogni giorno e delle proposte che avanziamo non trovano né attenzione né rappresentanza politica. Per quanto ancora possiamo fare senza?

Il vuoto della politica genera mostri. Li vediamo diffondersi in Italia come nel resto del mondo. E’ sufficiente combatterli giorno per giorno? Oppure dobbiamo andare alle radici del problema?

I partiti sono in crisi di rappresentanza, crisi etica, crisi di identità, di progetto, di visione. E’ solo un problema loro? Oppure è un problema anche nostro?

La politica è malata. Possiamo limitarci a denunciarlo? Oppure dobbiamo impegnarci a costruirne una nuova? E ancora: che idea abbiamo della politica e delle istituzioni? Cosa significa per noi “fare politica”? Quali sono i compiti e lo stile di chi fa politica? Quale deve essere l’agenda della politica oggi?

Nonostante la crisi e le frustrazioni profonde, migliaia di persone -che con senso di responsabilità e competenza s’impegnano attorno alle grandi questioni del nostro tempo (diritti umani, giustizia, legalità, pace, ambiente,…)- praticano “un altro modo di fare politica” che viene costantemente ignorato e strumentalizzato da politici chiusi e autoreferenziali. Per superare la crisi della politica e dell’Italia, potrebbero dare un contributo importante ma a loro vengono sbarrate le porte. Com’è possibile?

Siamo decisamente allarmati per quello che sta succedendo in Italia. Nella società e nelle istituzioni. Siamo preoccupati per il presente e per quello che ancora potrà accadere in futuro. Siamo consapevoli delle grandi responsabilità del mondo politico e dell’informazione. Riconosciamo il ruolo dei partiti. Ma siamo preoccupati per un dibattito e un conflitto politico che resta lontano dalla vita concreta delle persone e dei popoli, dalle loro difficoltà, dalle loro attese, dai loro diritti fondamentali.

Per questo, sentiamo di dovere di riflettere insieme sulle nostre responsabilità. Se condividi queste preoccupazioni e queste domande, ti invitiamo a partecipare all’incontro che si svolgerà a Roma il 6 e 7 marzo 2010, presso l’Auditorium di Unicef Italia in Via Palestro 68 (zona stazione FFSS Termini). Un laboratorio aperto dove riflettere insieme sull’esigenza, la responsabilità e le proposte.
Ti aspettiamo!

Nicoletta Dentico,
Stefano Cecconi,
Flavio Lotti,
Elisa Marincola,
Francesco Cavalli,
Aluisi Tosolini,
Tonio Dell’Olio,
Gabriella Stramaccioni,
Enrico Paissan,
Adriano Poletti,
Luciano Scalettari,
Roberto Morrione,
Patrizia Di Cacciamo,
Antonio Marchesi,
Fabrizio Bertini,
Raffaele Crocco,
Maurizio Casadei,
Giorgio Cerquetani,
Nadia Garuglieri,
Davide Imola,
Emanuele Giordana,
Luana Daddi,
Paola Brunello,
Luca Cambi,
Antonella Giacobbe,
Samuele Filippini,
Alessandro Trigona Occhipinti,
Annet Henneman,
Alessandro Menenti,
Ludovica Ioppolo,
Norma Ferrara

Cosa vogliamo fare?

  1. Vogliamo promuovere il dibattito sul contributo che la società civile responsabile può dare alla costruzione di una buona politica. Vogliamo parlarne in modo onesto, libero, aperto e costruttivo.

  2. Vogliamo far emergere e valorizzare gli “elementi di buona politica” che ci sono nel lavoro quotidiano della società civile responsabile, di chi si occupa di persone anziane, bambini, giovani, persone con disabilità, lavoratori, immigrati, migranti, emarginati, minoranze, rifugiati, povertà, salute, guerre, educazione, pace, disarmo, informazione, acqua, disoccupazione, discriminazioni, ambiente, criminalità organizzata, legalità, partecipazione, democrazia, pari opportunità, diritti umani,...

  3. Vogliamo allargare lo spazio di cittadinanza politica di chi fa una buona politica senza fare politica, di chi s’impegna nella costruzione di una società giusta, aperta, solidale, libera e democratica nella quale ogni essere umano fa parte di una comunità fraterna, che include, che accoglie, che soccorre e non che esclude, che respinge e abbandona.

  4. Vogliamo promuovere una nuova agenda della politica. Vogliamo far diventare priorità della politica proprio quei diritti che, con le responsabilità, sono sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e che la nostra Costituzione ha posto alla base del patto di cittadinanza della Repubblica (lavoro, uguaglianza, reddito, salute, inclusione sociale, istruzione, cultura, informazione, legalità, pari opportunità, pace,…).

  5. Vogliamo definire e promuovere insieme alcune proposte concrete per contrastare la deriva dell’Italia e per costruire un paese migliore in un mondo migliore.