documenti

* APPELLO
dopo l'incontro di Roma del 6 e 7 marzo 2010


* Sintesi delle proposte emerse

Per problemi organizzativi Responsabilità Civile non sarà a Firenze a Terra Futura.
Presto il prossimo appuntamento.


mercoledì 24 marzo 2010

DE TE FABULA NARRATUR

Responsabilità Civile. Due parole che evocano lo scenario irrinunciabile del nostro comune agire in un mondo dove ogni comunità vive nell'orizzonte di tutti [...]

L'inequivocabile centro dell'attuale crisi, cementatasi durante decenni di deregolamentazioni, di fatti maturati nell’ombra che hanno permesso a mani non sorvegliate da nessun controllo di tessere la tela della vita collettiva (Gramsci/Capitini) si può riconoscere nell’asservimento della politica all’economia, nell’economia nonostante gli uomini che non mette mai in conto sofferenze, torture, mutilazioni, malattie, esclusioni e condanne, esecuzioni, massacri, svuotamenti di corpi, impoverimenti.

E’ lecito chiedere alla generazione che ha assistito a questo lento declino in quale punto della nostra storia, italiana, europea, mondiale, la loro responsabilità civile ha abdicato? Se per via di un adeguamento quotidiano, impercettibile o se abbiamo collettivamente smesso di pensare che obbedire non è l'unico modo d'amar la legge ma che le leggi degli uomini si tengono veramente in onore osservandole solo quando sono giuste (Don Lorenzo Milani). E sono giuste quando sono la forza del debole. E’ questo, forse, il grande oblio della sinistra?

Responsabilità civile. Il bene pubblico e la politica prima dell’interesse privato. Bisogna domandar conto ad ognuno, scriveva Gramsci nel 1916, del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non fa fatto. La Storia non è un enorme fenomeno naturale ed il primo dovere è tentarne un racconto, lasciarne un testimone chiaro perché è a partire dall’intelligibilità che ci si può organizzare in modo coerente e creativo, che si può fare dell'esperienza di incontro un seminario autentico, che si può tentare di muovere dal di dentro noi stessi, innanzitutto, e delineare prospettive e pianificazioni, ricerche, indicazioni, azioni.

Raccontateci questa storia perché è di noi che parla: la storia di un'Italia che mille volte si è uccisa e mille volte si è perdonata davanti a tribunali della verità in cui era giudice di se stessa e accusato impenitente, dove la vittima pretesa era stata il ladro di un tempo lontano. Restituiteci la memoria degli anni in cui noi eravamo bambine e bambini perché adesso vi stiamo chiamando da uomini e donne vostri pari per assumere scelte, per avere assieme il coraggio di conquistare nuovi rapporti umani e maturare la nostra identità, di cercare instancabilmente gli altri e creare modi di informazione di controllo di intervento, per trasformare gli strumenti di coercizione in strumenti di educazione (Capitini). Per far sì che il futuro sia la nostra paziente ed intelligente opera.

Questa società civile che invisibilmente agisce da sempre come immensa forza di resistenza smentisce il potere proprio quando più minaccioso ci osserva avvizzito e furioso dal suo scranno. E’ questo la vera vecchiezza d’Italia, gli anni che ci separano sono invece la nostra comune forza contro la dimenticanza, primo male d’Italia. Bisogna muoversi insieme, sempre ricordando e approfondendo, tra le fratture di un potere che scricchiola e che si ostina a coprire il rumore della trama in rovina con i fiati illusori di volgari ascese.

Non insegnateci più il compromesso, perché non è a questa scuola che consegneremo le nostre parole e la nostra dedizione. Rischieremo? Accetteremo le galere, reali e metaforiche? Andremo in esilio? Ci ricorda ogni giorno Saviano, attraverso la sua vita, che chi è responsabile di persona testimonia un amore per le leggi e per la società più forte degli altri.

Flavia Gallo, 27 anni

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